L'intervista su Earth Day con Jovanotti (Lorenzo Cherubini) - Parte 1
L'intervista su Earth Day con Jovanotti (Lorenzo Cherubini) - Parte 2
Lorenzo Cherubini – aka Jovanotti
Earth day 2008 - Conversazione con Jovanotti (parte 1)
un ecologista; ecologist, environmentalist
la natura; nature
il pianeta; planet
la condizione; condition
l’inquinamento; pollution
l’ecologica; ecological, of earth
il riscaldamento globale; global warming
le lampadine; light bulbs
recuperare; recover, recuperate
una promessa; a promise
una minaccia; a threat
Jovanotti:
Che giornata, oh!
Fantastica!
Prima, vorrei di tutto, vorrei dire che mi fa piacere che mi abbiate invitato a fare questa chiacchierata.
Anche perché quando me l’avete chiesto io gli ho detto subito, ho detto <<Guardate, che io non sono Al Gore>> nel senso che non so se sono un ottimo testimone per l’Earth Day.
Perché in realtà io non faccio una vita che mi permette di definirmi un militante ecologista.
Io sono appassionato di moto.
Mi piacciono gli aeroplani.
Mi piace moltissimo la tecnologia.
Adoro la velocità.
Però, sì, però l’avete voluta voi!
Allora, qua siamo in un posto meraviglioso.
Siamo a Cortona, dove io sono cresciuto per metà: metà Roma metà qui.
Adesso invece vivo qui, per metà qui perché metà sono in giro per la mia musica.
Sono disegni che ci indicano che probabilmente abbiamo preso una strada sbagliata, no?
Questa idea che la natura è in qualche modo una specie di parente che ogni tanto bisogna andare a trovare.
Non è un’idea sana.
Cioè si va nella natura così come si va a sciare, così come si va in piscina, così come si va al cinema.
Si portano i bambini nella natura perché fa bene.
È questo è un cambiamento.
Io, non è che andavo nella natura perché faceva bene.
Anzi, la mia mamma avrebbe preferito che io stessi a casa a guardare la televisione.
Al Gore:
Ci sarà un momento in cui le generazioni future si chiederanno <<A cosa pensavano i nostri genitori? Perché non si sono svegliati quando ne avevano le possobilità?>>
Jovanotti:
Tutti i miei giochi di bambino sono giochi nella natura. Tutti sono giochi nei campi.
Cioè Roma, negli anni ’70, aveva ancora molte zone da costruire, no?
Non so se, quasi da film di Pasolini, no?… queste, questi scheletri di palazzi in costruzione.
E proprio vicino a casa mia c’era un posto dove ancora non avevano costruito.
Noi lo chiamavamo <<il montino>>.
E io passavo troppo le giornate in questa terra.
Un bambino non ha bisogno della Patagonia.
A un bambino gli basta, gli bastano dieci metri quadri per essere dentro la natura, insomma, per poter far una buca, per rotollarsi e per vivere con le esperienze.
Adesso non si vedono i bambini che giocano per strada in che si spostano e che smontano la porta quando passa una macchina, no?
Il pianeta è molto grande in realtà.
La condizione di cui viviamo noi nelle nostre città non è la condizione di tutto il pianeta.
Quindi il pianeta ha ancora molto spazio: ancora moltissimi margini di ricupero rispetto al processo d’inquinamento che appare irriversibile.
In realtà non è irriversibile questo processo e perlomeno non lo è ancora.
Quindi non sarei catrastofista e poi ci sono dei segni molto positivi, no, che stanno arrivando.
Penso insomma alla coscienza ecologica e quanta è cambiata negli ultimi dieci anni: è cambiata veramente tanto.
Al Gore:
Ognuno di noi abbiamo causato il riscaldamento globale ma tutti noi possiamo scegliere di cambiare le cose.
Abbiamo tutto ciò che serve eccetto forse la volontà politica.
Jovanotti:
Ho cambiato moltissimo il mio stile di vita negli ultimi quindici anni.
L’ho cambiato con la mia famiglia comunque tutto quello che possiamo fare è che non ci fa sentire eroici lo facciamo, insomma.
Dalla riccolta riferenziata… che la prima cosa fino ad aver cambiato le lampadine.
Il fatto che queste cose stiano venendo fuori non deve farci paura e toglierci gioia di vivere secondo me.
E combatto contro quest’idea che il futuro sia cambiato dall’essere inteso come una promessa all’essere inteso come una minaccia.
Questa è la vera forma di resistenza che noi dobbiamo portare avanti: cercare di tornare di recuperare l’idea del futuro come promessa e non come un futuro come una minaccia.
Earth day 2008 - Conversazione con Jovanotti (parte 1)
un ecologista; ecologist, environmentalist
la natura; nature
il pianeta; planet
la condizione; condition
l’inquinamento; pollution
l’ecologica; ecological, of earth
il riscaldamento globale; global warming
le lampadine; light bulbs
recuperare; recover, recuperate
una promessa; a promise
una minaccia; a threat
Jovanotti:
Che giornata, oh!
Fantastica!
Prima, vorrei di tutto, vorrei dire che mi fa piacere che mi abbiate invitato a fare questa chiacchierata.
Anche perché quando me l’avete chiesto io gli ho detto subito, ho detto <<Guardate, che io non sono Al Gore>> nel senso che non so se sono un ottimo testimone per l’Earth Day.
Perché in realtà io non faccio una vita che mi permette di definirmi un militante ecologista.
Io sono appassionato di moto.
Mi piacciono gli aeroplani.
Mi piace moltissimo la tecnologia.
Adoro la velocità.
Però, sì, però l’avete voluta voi!
Allora, qua siamo in un posto meraviglioso.
Siamo a Cortona, dove io sono cresciuto per metà: metà Roma metà qui.
Adesso invece vivo qui, per metà qui perché metà sono in giro per la mia musica.
Sono disegni che ci indicano che probabilmente abbiamo preso una strada sbagliata, no?
Questa idea che la natura è in qualche modo una specie di parente che ogni tanto bisogna andare a trovare.
Non è un’idea sana.
Cioè si va nella natura così come si va a sciare, così come si va in piscina, così come si va al cinema.
Si portano i bambini nella natura perché fa bene.
È questo è un cambiamento.
Io, non è che andavo nella natura perché faceva bene.
Anzi, la mia mamma avrebbe preferito che io stessi a casa a guardare la televisione.
Al Gore:
Ci sarà un momento in cui le generazioni future si chiederanno <<A cosa pensavano i nostri genitori? Perché non si sono svegliati quando ne avevano le possobilità?>>
Jovanotti:
Tutti i miei giochi di bambino sono giochi nella natura. Tutti sono giochi nei campi.
Cioè Roma, negli anni ’70, aveva ancora molte zone da costruire, no?
Non so se, quasi da film di Pasolini, no?… queste, questi scheletri di palazzi in costruzione.
E proprio vicino a casa mia c’era un posto dove ancora non avevano costruito.
Noi lo chiamavamo <<il montino>>.
E io passavo troppo le giornate in questa terra.
Un bambino non ha bisogno della Patagonia.
A un bambino gli basta, gli bastano dieci metri quadri per essere dentro la natura, insomma, per poter far una buca, per rotollarsi e per vivere con le esperienze.
Adesso non si vedono i bambini che giocano per strada in che si spostano e che smontano la porta quando passa una macchina, no?
Il pianeta è molto grande in realtà.
La condizione di cui viviamo noi nelle nostre città non è la condizione di tutto il pianeta.
Quindi il pianeta ha ancora molto spazio: ancora moltissimi margini di ricupero rispetto al processo d’inquinamento che appare irriversibile.
In realtà non è irriversibile questo processo e perlomeno non lo è ancora.
Quindi non sarei catrastofista e poi ci sono dei segni molto positivi, no, che stanno arrivando.
Penso insomma alla coscienza ecologica e quanta è cambiata negli ultimi dieci anni: è cambiata veramente tanto.
Al Gore:
Ognuno di noi abbiamo causato il riscaldamento globale ma tutti noi possiamo scegliere di cambiare le cose.
Abbiamo tutto ciò che serve eccetto forse la volontà politica.
Jovanotti:
Ho cambiato moltissimo il mio stile di vita negli ultimi quindici anni.
L’ho cambiato con la mia famiglia comunque tutto quello che possiamo fare è che non ci fa sentire eroici lo facciamo, insomma.
Dalla riccolta riferenziata… che la prima cosa fino ad aver cambiato le lampadine.
Il fatto che queste cose stiano venendo fuori non deve farci paura e toglierci gioia di vivere secondo me.
E combatto contro quest’idea che il futuro sia cambiato dall’essere inteso come una promessa all’essere inteso come una minaccia.
Questa è la vera forma di resistenza che noi dobbiamo portare avanti: cercare di tornare di recuperare l’idea del futuro come promessa e non come un futuro come una minaccia.